Cronache dalla Sforzesca e da Castell’Azzara
Tornare per ritrovare o per scoprire. Questo è sempre l’effetto, tra la malinconia e la meraviglia, che mi provoca ‘viaggiare’ per il paese, la gente, il territorio di Castell’Azzara e dintorni, il paese paterno.
Quest’anno il viaggio ha avuto una sosta ancora più piacevole grazie alla possibilità di esporre alcune opere, insieme a quelle di mia sorella Laura e di altri artisti, alla Sforzesca, come già narrato in precedenza (qui il link).
Molti i momenti per riflettere sulle sensibilità, aspirazioni/ispirazioni dell’anima degli artisti, sul senso delle loro opere, sui loro sogni, compresi quelli della sottoscritta. Particolarmente belli alcuni incontri di amici, conoscenti, colleghi.
A seguire, le immagini ritraggono anche opere di autori che non avevo mostrato nel primo racconto.
Tante le occasioni per nuove scoperte all’insegna di una creatività diffusa, a volte poco o affatto conosciuta dai più: dalla casa costruita pietra su pietra da un’amica di infanzia, La Dimora Toscana…
… al concerto di lirica in una notte di luna piena alla Sforzesca, con interpreti e pianista incantevoli
… al contatto con il mondo di Davide Lazzaretti, in mostra ad Arcidosso, con la scoperta del legame con Scandriglia, il paese, in Sabina, di mio marito :)…
… accanto a un piccolo museo dedicato all’arte orientale e buddista.
Ancora: i pranzi e le cene nelle piazzette del paese organizzate dalla Pro Loco, quasi sempre accompagnate da spettacoli musicali coinvolgenti, con interpreti bravissimi.
Più spesso e volentieri si sono rivelate speciali le soste dello spirito nelle case piene d’arte di amici riservati che amano questi luoghi tanto da dedicare loro opere pensieri poesie racconti spettacoli di teatro civile…
Ma le passeggiate nei capolavori della natura di questi boschi sono la vera pozione magica per le inquietudini dell”anima.
Gli incontri con gli amici che vivono qui riservano preziose opportunità di ascoltare memorie e storie: da quelle d’arte su artisti che hanno fatto la grande storia, a quelle dei e sui minatori, sui paesaggi, sulle abitudini e tradizioni di un tempo, sulle persone di una volta. Quanti narratrici e narratori eccezionali a Castell’Azzara: l’Emilia e Gigi, non più Gigione ormai… poi Stefano Lucarelli, Daniela Ginanni, Marzia Lazzeri, tanti altri. Basta ascoltarli.
Giornate estive scandite dalle storie di Dante e della sua Commedia, lette da Gigi, a quelle di teatranti meravigliosi, come Ginetta Maria Fino che ha depositato il suo diario all’Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano e che in un piccolo borgo, a Montelaterone, ha messo in scena il proprio racconto di migrante, pubblicato da una casa editrice del territorio che resiste in modo glorioso grazie a Mario Papalini: Effigi Edizioni.
Per non parlare di un’estate, come mai prima, segnata dalla vitalità di bambini e animali, compagni e amici senza riserve né pregiudizi …
Senza dimenticare le storie un po’ “pettegole”, sebbene con benevolenza, sulle persone e i fatti del paese, su una umanità variegata e contraddittoria. Un vociare tra l’asprezza e la tenerezza, sognando sempre il futuro, pur criticando il presente, quasi felici di farlo insieme, magari – speriamo – con l’intento e la speranza di migliorarlo davvero, anche in una piccola comunità come quella Castellazzarese.
Vi ringrazio ancora tutti!