Nella natura
Giardino, gennaio 2021
Pittura come dato fisico, palpabile in tutta la sua corposità, quella di Letizia Cortii. Il colore diventa il vero protagonista, il medium di sentimenti, di valori e di stati d’animo.
“I colori hanno per me una forte carica emozionale e sono espressione di una gioia profonda, a volte di sfumate malinconie, e di gioco soprattutto, carichi di valenze simboliche più forti di qualunque icona”.
Il colore invade la tela prepotentemente e lo fa conservando tutta la sua qualità materica. Come se i pigmenti nella loro corposità riuscissero ad esprimere connotazioni sentimentali che perderebbero se solo fossero meno densi. Nessun filtro dunque tra il supporto e la pittura, ma un gesto libero che richiama apertamente l’action painting di Pollock, un dripping in cui fa la sua comparsa in alcuni casi la tecnica del collage, tanto cara a Letizia.
[…] L’idea fondante è che nella parte più profonda del nostro essere vi siano ‘nuvole’, custodi dei nostri più intimi sentimenti di gioia come di tristezza, di paura come di allegria; grovigli di emozioni che si addensano, si allontanano e poi si formano nuovamente. Liberare queste nuvole interiori, testimoni della parte irrazionale che è in ognuno di noi, diventa essenziale per appropriarci della nostra vera personalità, per esprimere le emozioni e mostrare la parte più vera di noi stessi. Per farlo, abbiamo a disposizione la creatività, il fare arte, un lavoro impulsivo e spontaneo al quale è necessario dare libero sfogo, senza tentare di indirizzarlo razionalmente. L’atto creativo quindi come fonte di rivelazione della realtà interiore e come manifestazione della percezione del mondo esterno.
Coerentemente con questa concezione dell’arte, l’espressività è affidata a vortici di colore che generano un impatto visivo molto forte sull’osservatore, il quale coglie immediatamente il dinamismo della composizione e la potenza con il quale invade il supporto. La figurazione, come sempre accade nella opere di Letizia, è solo apparentemente abbandonata, si possono infatti scorgere fra le corpose tracce di colore degli elementi figurativi come un cuore, dei fiori, tratti distintivi di paesaggi che, nella spontaneità e casualità che li caratterizza, sembrano nascere in maniera del tutto naturale da un gioco di colori quasi ‘gettati’ sul supporto. Un approccio quindi impulsivo, aggressivo: il colore graffia e lascia in questo modo un segno profondo, una traccia che assume il valore simbolico del ricordo, come se i pigmenti nel loro complesso intrecciarsi fossero portatori del vissuto dell’artista.
Laura Pagliani, critica d’arte



Grazie 🙂
gioia di colori
Che magia…